C’è una leggenda che racconta di una volpe. O meglio, sono certo ci siano diverse leggende sulle volpi, ma io ti sto raccontando questa qua in particolare… Pare che tale volpe fosse in realtà una bella ragazza, poi trasformatasi in una volpe. O viceversa. Dipende dalla versione della leggenda.
Questa versione è del primo tipo.
Si narra che una ragazza fosse innamorata di un ragazzo, ma questi fosse troppo distratto per accorgersi dei sentimenti di lei: gli piaceva perdersi disegnando le nuvole, mentre lei sospirava al suo fianco.
Un giorno la giovane provò un ultimo disperato tentativo per attirare l’attenzione di lui: in una notte di luna piena trovò un quadrifoglio ed espresse il desiderio di trasformarsi in una volpe.
Il giorno dopo, con le nuove sembianze andò da lui.
Il ragazzo fu molto sorpreso perché non aveva mai visto una volpe dal vivo. Pieno di entusiasmo, lasciò da parte le nuvole e iniziò a ritrarre l’animale.
Passarono molto tempo felice insieme, ma un giorno la volpe capì che ormai la sua vita era cambiata per sempre, ed era tempo per lei di unirsi ad altre volpi. Così se ne andò.
Il ragazzo era disperato, e non trovava più consolazione nemmeno tra le nuvole.
Non sapeva più come fare per guarire la sua tristezza, ma una notte di luna piena trovò un quadrifoglio, e si realizzò il desiderio più grande che aveva dentro il suo cuore: la volpe tornò da lui.
Ma nelle notti di plenilunio la ragazza riacquistava le sue sembianze originali.
Vedendola, a lui tutto fu chiaro in un istante. E pianse.
Pianse anche la giovane, perché dispiaciuta per lui: ormai era troppo tardi.
Poi i due si voltarono e ognuno tornò alla propria vita.
Alla prima lettura può sembrare una storia triste, ma cosa ci insegna questa leggenda?
Che comunque bisogna essere contenti, perché per fortuna nessuno si è trasformato in un lupo mannaro che ha sbranato l’altro.
Mi piace raccontarti queste storielle mentre siamo a letto insieme e aspettiamo di addormentarci.
Mi piace leggerle per te tra i pulviscoli che galleggiano nei raggi di luce.
Mi piace sentirti ridere quando le concludo scioccamente.
E ringraziarti, perché le nuvole possiamo disegnarle insieme.