Treniaerei ci dividono. Tu chissà dove sei. E io sono qui. Qui dove? Sono qui a scriverti, non mi vedi? Sono quello che sta digitando la frase “sono quello che sta digitando la frase”. Ora però sono passato a scrivere altro.
Ci incontriamo per fugaci appuntamenti in stanze di hotel fatte di pagine.
Arriviamo separati, da direzioni casuali. Alla reception ormai ti conoscono, ti fanno un cenno come a dire “ti aspettavamo”. L’ascensore ti eleva verso l’iperuranio. Solito numero di stanza – sai quale, è inutile che te lo ricordi. Apri la porta, la carta da parati è sempre diversa, sempre una piacevole sorpresa. Dentro ci sono io, sto guardando fuori dalla finestra; mi volto e ti sorrido.
Rieccoci finalmente qui nel nostro nido sicuro: ci raccogliamo in racconti, ci avvolgiamo con avverbi, ci aggreghiamo con aggettivi… così viviamo i nostri appuntamenti di appunti.
Desideri realizzati a origami.
Sfiniti, ci guardiamo negli occhi, occhi diventati rossi a scolpire poesia che possa viaggiare nel tempo: quando nascono queste parole? Nascono quando le scrivo, quando le leggi, quando le rileggeremo, quando le rileggeranno… Sculture sommerse dalla terra che tornano a respirare, tra erba e pietra; esistono sempre e non smetteranno mai di esistere.
Treniaerei tornano a dividerci. E io sono sempre qui, nella nostra stanza di hotel a scriverti che sono sempre qui, nella nostra stanza di hotel ad aspettarti per far nascere insieme nuova eternità.
Origami
1 FebI colori delle piume non sono mai sbagliati
1 OttÈ tutto azzurro. Ok, un po’ di bianco qua e là: sono le nuvole attorno a te… Stai volando.
Cambi direzione quando vuoi, piroetti, scendi, sali, ti tuffi e riemergi: dai forma alle tue intuizioni, modellando il vento come fosse una melodia.
Vedi città sopra le nuvole, piene di abitanti pieni di storie.
Compongono senza saperlo fare, inventano nuovi strumenti musicali, nuovi ritmi, non seguono le regole e ne inventano di loro, sempre nuove: basta che funzioni. I colori delle piume non sono mai sbagliati.
Una forma, un suono, delle parole… Scolpisci la materia fluida, e lascia che questo vento plasmi anche il tuo sorriso.
Il cacciavirgole, il pianoforme, la poesitar, il colibricino, la batterisata, la macchina da scrivedere, l’abbraccendino…
Dammi la mano, insegniamoci a volare.