Era tanto tempo che non camminavo piano. Concedersi una certa lentezza permette di cogliere il vuoto.
Soprattutto ora che non si può, vieni, gironzoliamo per la città di notte.
Blu, luna, lampioni, silenzio.
I nostri passi sulle pietre lucide rimbalzano sulle insegne di una volta.
Dietro un angolo si allarga una piazza. Quanto spazio quieto. Ha ospitato tanti eventi, tanti incontri, sorrisi e lacrime e proposte di matrimonio. Ora è tutto per la musica che ci vuoi mettere tu.
Qual è la strada migliore? Scegli liberamente quale percorrere.
Incontriamo un gabbiano che passeggia. Guarda le vetrine. Ci sarà qualcosa di suo gusto? Si vede che è un tipo di classe: ben pettinato e con un portamento nobile. Dove avrà lasciato cilindro e monocolo? Un gagà-bbiano. Sembra uscito a fare due passi per schiarirsi le idee. Cerca ispirazione per il suo prossimo romanzo.
Allarga le ali e va a mettere del bianco nel nero tra i tetti della metropoli.
Chi insegna a volare?
Una palma che cresce in cima a un monte.
Zebre sul bianco della neve.
Navi che scalano montagne.
Chi dice che non è possibile?
Mi sdraio un poco qui e ti faccio dei disegni.
Un gabbiano a passeggio per la città
1 Aprla malinconia dell’andare a mangiare un panino di notte
1 MagSai, a volte capita che fai tardi certe sere, e diventano notti. Sei in compagnia di qualcuno e il tempo scivola sull’orologio. Ti concentri sul suono delle parole, e poi ti accorgi che è l’unico suono rimasto, perché la città si è spenta.
Ogni tanto una macchina che scappa dalla sua storia.
Poi solo lampioni.
Siamo rimasti solo tu e io in questa città che è il centro del mondo. E tutto il peso del mondo, di notte, si concentra qui, sulle nostre spalle.
Passeggiamo.
Ce lo prendiamo un qualcosa da mangiare?
Entriamo dalla porta in vetri ed eccoci in mezzo ai malinconici come noi: qualche lavoratore che ha finito il suo turno nella solitudine, qualcuno vestito male che barcolla e accanto qualcuno vestito stranamente elegante; nessuno giudica, ognuno ha avuto la sua serata.
Un panino di notte ha tutto un altro sapore. E molto più farcito – da cose invisibili.
Torniamo ai nostri lampioni e, parlando, capitiamo in un posto speciale. Non lo conoscevo io, non lo conoscevi tu, ma da oggi per noi sarà un posto speciale.
Il fare l’alba chiacchierando davanti a un ponte sconosciuto.
Davanti e sotto alla vastità del tempo, perché di notte ci si confronta con le stelle. Tutto il peso del mondo, di notte, si concentra qui, sulle nostre spalle. Ma, stando insieme, questo peso è più leggero.
Cheddici, facciamo anche colazione insieme?
E anche tutte quelle a venire?