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I colori delle piume non sono mai sbagliati

1 Ott

È tutto azzurro. Ok, un po’ di bianco qua e là: sono le nuvole attorno a te… Stai volando.
Cambi direzione quando vuoi, piroetti, scendi, sali, ti tuffi e riemergi: dai forma alle tue intuizioni, modellando il vento come fosse una melodia.
Vedi città sopra le nuvole, piene di abitanti pieni di storie.
Compongono senza saperlo fare, inventano nuovi strumenti musicali, nuovi ritmi, non seguono le regole e ne inventano di loro, sempre nuove: basta che funzioni. I colori delle piume non sono mai sbagliati.
Una forma, un suono, delle parole… Scolpisci la materia fluida, e lascia che questo vento plasmi anche il tuo sorriso.
Il cacciavirgole, il pianoforme, la poesitar, il colibricino, la batterisata, la macchina da scrivedere, l’abbraccendino…
Dammi la mano, insegniamoci a volare.

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Lavatrice

1 Lug

L’estate è un’eternità bambina. Oggi mi sono svegliato con questa frase in testa.
D’estate il tempo passa in un altro modo, tutto suo: il caldo lo scioglie e diventa melassa. Sembra rallentato, in realtà scivola, più veloce, velocissimo, e sono già trascorse mille estati.
E si è adulti. Adulti.
Pomeriggi lamentandosi di un sole cocente, sere profumati di fresco, notti con gli amici – di sempre o di un’estate – a teorizzare la vita fino all’alba. Le risate che chissàperchésirideva.
Il cuore è un lampione.
“Ci sono luoghi che ricorderò per tutta la vita anche se qualcuno è cambiato”.
Terra ocra, corse coi sandali, biglie di vetro. Botteghe di paese che non hanno fretta.
Nuove piazze e nuovi tetti.
Un vinile degli anni 30 suona in una finestra.
Campi di grano, campi di fiori, campi di girasoli.
L’autostrada. File di alberi.
I ricordi restano incastonati laggiù. Diapositive musicate.
«Andiamo a fare un giro?»
«Accendi la radio.»
«Cantiamo?»
«Andiamo a tuffarci.»
«Cosa leggi?»
«Sono belle le nuvole.»
«Sei bella tu.»
Viviamo in una lavatrice. Ma tu sai stendere al meglio i miei ricordi.
Ti meriti un ghiacciolo.

una barchetta sotto il cielo stellato

1 Nov

Il mare sembra nero, ma è blu.
E le nuvole sono disegni.
Non ti preoccupare.
Non avercela con loro.
Non avercela con nessuno.
Goditi questo momento di silenzio in cui sei con te. Tu e te.
Lenzuola fin sopra la testa.
Sotto, tutti i tuoi sogni.
Arcobaleni, storie, musiche e personaggi inventati.
Porta con te, su questa barchetta sotto il cielo stellato, tutte le cose che ti fanno bene, tutte le persone che ti vogliono bene. Tienile strette.
Non lasciare che la corrente le porti via.
Il mare sembra nero, ma è blu.
Cosa ti rimane di tutte le preoccupazioni? Nulla.
Cosa ti rimane di tutti i ricordi? Il Bello.

la ragazza volpe

1 Set

C’è una leggenda che racconta di una volpe. O meglio, sono certo ci siano diverse leggende sulle volpi, ma io ti sto raccontando questa qua in particolare… Pare che tale volpe fosse in realtà una bella ragazza, poi trasformatasi in una volpe. O viceversa. Dipende dalla versione della leggenda.
Questa versione è del primo tipo.
Si narra che una ragazza fosse innamorata di un ragazzo, ma questi fosse troppo distratto per accorgersi dei sentimenti di lei: gli piaceva perdersi disegnando le nuvole, mentre lei sospirava al suo fianco.
Un giorno la giovane provò un ultimo disperato tentativo per attirare l’attenzione di lui: in una notte di luna piena trovò un quadrifoglio ed espresse il desiderio di trasformarsi in una volpe.
Il giorno dopo, con le nuove sembianze andò da lui.
Il ragazzo fu molto sorpreso perché non aveva mai visto una volpe dal vivo. Pieno di entusiasmo, lasciò da parte le nuvole e iniziò a ritrarre l’animale.
Passarono molto tempo felice insieme, ma un giorno la volpe capì che ormai la sua vita era cambiata per sempre, ed era tempo per lei di unirsi ad altre volpi. Così se ne andò.
Il ragazzo era disperato, e non trovava più consolazione nemmeno tra le nuvole.
Non sapeva più come fare per guarire la sua tristezza, ma una notte di luna piena trovò un quadrifoglio, e si realizzò il desiderio più grande che aveva dentro il suo cuore: la volpe tornò da lui.
Ma nelle notti di plenilunio la ragazza riacquistava le sue sembianze originali.
Vedendola, a lui tutto fu chiaro in un istante. E pianse.
Pianse anche la giovane, perché dispiaciuta per lui: ormai era troppo tardi.
Poi i due si voltarono e ognuno tornò alla propria vita.

Alla prima lettura può sembrare una storia triste, ma cosa ci insegna questa leggenda?
Che comunque bisogna essere contenti, perché per fortuna nessuno si è trasformato in un lupo mannaro che ha sbranato l’altro.

Mi piace raccontarti queste storielle mentre siamo a letto insieme e aspettiamo di addormentarci.
Mi piace leggerle per te tra i pulviscoli che galleggiano nei raggi di luce.
Mi piace sentirti ridere quando le concludo scioccamente.
E ringraziarti, perché le nuvole possiamo disegnarle insieme.

come quando

1 Mag

Come quando guardi le nuvole.
Come quando smette di piovere.
Come quando c’è un riflesso colorato.
Come quando noti l’arcobaleno.
Come quando fai un disegno bello.
Come quando ti svegli e sorridi.
Come quando la radio azzecca la canzone.
Come quando un gatto ti fa le fusa.
Come quando scrivi e ti batte il cuore.
Come quando leggi e ti commuovi di sorrisi.
Come quando compare proprio quel nome sul telefono.
Come quando un bambino ti sorride.
Come quando cucini e ti dicono che è buono.
Come quando il gelato è colorato.
Come quando è estate e canti.
Come quando un fiocco di neve ti si posa sul naso.
Come quando gli alberi fioriscono.
Come quando gli uccelli disegnano in cielo.
Come quando hai sete e bevi.

Ecco, quando mi sorridi è un po’ così.

lavorare insieme

1 Giu

Lavorare insieme,
fare notte
cercando un’idea,
e l’idea è
essere insieme.

Siamo una cannonata,
ma anche un cannoncino – in quanto dolci.
Siamo un carro armato.
Siamo un colibrì.
Siamo un aquilone
e ci allontaniamo stando qui.

Sono te,
sei me,
siamo sette,
siamo saette,
siamo gatti,
siamo matti,
siamo fatti
di battiti di cuore.

ci si insegue continuamente

1 Apr

Ci si insegue. Ci si insegue continuamente.
Non ne capisco bene il senso, perché basterebbe dirsi “sono qui”.
Si perdono tante energie. E tempo.
Perché avere così tanta paura della persona a cui decidiamo di abbandonarci totalmente?
Perché non mi scrivi tu?
Perché devi ingannarti e restare ancorata a una visione così piccola?
Come fanno i tuoi occhi senza i miei? Non ti accorgi che mi cercano?
E i tuoi capelli come fanno senza che io ci nuoti dentro?
I giorni passano, le nuvole cambiano, gli alberi si stancano.
Porta pazienza.
Non disegneremo più insieme.
Non gioco più.

È un pesce d’aprile: sono qui.

ti farò innamorare

1 Set

Tutto ciò che guardi è importante per me.
La forma dei tuoi occhi accarezza la realtà in maniera consolante e saggia.
A quella forma vorrei mostrare le stelle più lontane.
Non è una sfida. E nemmeno un desiderio. È proprio una necessità.
Cosa c’è di più bello?
Ho bisogno di vedere il tuo viso sorprendersi e nutrirsi di cose belle.
Puoi arrivare ovunque, ma io posso portarti ancora oltre.
Ci sono posti segreti che solo io conosco, e cieli dove solo la mia fantasia può condurti.
Ti prenderò per mano e ti accompagnerò su un aereo che non ti aspettavi, ma che ci sta aspettando.
E durante il volo non dovrai nemmeno scegliere tra “dolce o salato”: potrai avere entrambi.
Ti stupirò ogni volta che tornerai a casa, con dei regali inventati per te.
Disegnerò acquerelli sul tuo corpo.
Inventerò ricette e giochi per te. E vivremo le ricette come giochi, e viceversa.
Tutto ciò che faremo insieme sarà seriamente un gioco.

Ci insegneremo a vicenda a modellare le nuvole.

Oh, che poi possiamo pure fare delle cose più semplici, come bere un bicchiere d’acqua insieme… Però sarebbe un’acqua buonissima.

su un prato…

21 Mar

…e ti svegli.
Ma non tipo che sei sveglia, tipo quel momento in cui smetti di sognare, torni alla realtà, ma non sei ancora del tutto qui, sei ancora dietro le tue palpebre.
E ti accorgi che la tua pelle è calda.
Schiudi le palpebre, e quella piccola fessura diventa un filo di luce. Un filo fortissimo, che però alla fine riesci a vincere ed eccoti illuminata: il sole è ancora forte in questo pomeriggio leggero.
L’erba solletica la tua pelle, e il suo profumo riempie le tue narici.
I tuoi capelli giocano con gli steli, mentre tu resti immobile; solo i tuoi occhi saltellano sui fiori mossi dal vento.
Ti immagini ape, e respiri la quiete. Le foglie ti salutano dai rami degli alberi, comprendendo il tuo sorriso.
Vuoi condividerlo; allunghi la mano, ma dove prima del tuo riposo c’ero io, ora c’è soltanto dell’erba piegata. Mi immagini: la tua testa rivolta a quella sagoma nell’erba, proprio dove, fino a poco fa, la mia testa era rivolta verso le tue guance addormentate. E, per un attimo, in qualche meandro temporale, i nostri occhi si incrociano su quel prato.
Le tue dita mi accarezzano in quel vuoto.
Mi cerchi nelle nuvole.
Mi trovi.
In quella nuvola trovi modellato proprio il mio viso. E si sta muovendo nel vento… Ma non si sta muovendo come le altre nuvole, si sta muovendo dall’alto al basso, dal cielo alla terra, quella nuvola sta scendendo verso questo prato, sta lasciando il cielo per venire da te.
…e ti svegli.
Ma non tipo che sei sveglia, tipo quel momento in cui smetti di sognare, torni alla realtà, ma non sei ancora del tutto qui, sei ancora dietro le tue palpebre.
E ti accorgi che la tua pelle è calda.
Schiudi le palpebre, e quella piccola fessura diventa un filo di luce. Un filo fortissimo, che però alla fine riesci a vincere ed eccoti illuminata: davanti a te ci sono io, e ti sto sorridendo nell’erba.