Tag Archives: lacrime

elencanzone

1 Giu

Ascolterai queste parole per te,
penserai a un sorriso,
la città si riempirà di musica.

Il traffico mandandoti messaggi
Le canzoni urlate al semaforo
Le foglie a forma di cuore
Pozzanghere da saltare
Il mio piede sempre in una pozzanghera
Le città che diventano nostre
Il sole che ti colora
Vederti nelle persone che camminano per strada
Passeggiare sorridendo
Il mare in lontananza
Che uccello è quello?
Inventiamogli un nome
Un nome per noi due
Una playlist col nostro nome
Conservare i biglietti del cinema
Gli angoli dei marciapiedi con storie che finiscono
Jazz. Credo. Malinconico
Parole scritte e frigorifero
Cosa guardiamo stasera?
Le tue gambe nude
Sul letto
Come devono stare ‘ste lenzuola?
Provare le nuove battute con te
Il tuo sorriso
Il tuo mento quando piangi
Baciare le tue lacrime
Il naso nella guancia
Surgelati
Padella
Verdure?
Cucini tu? Cucino io?
Ok, pizza.

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treni

26 Apr

Sono in ritardo – come al solito.

Corro tra un marciapiede e l’altro, con il sudore sulla fronte che si mescola alle gocce di pioggia.
La banchina accanto al tuo treno è ormai vuota. Ti cerco nelle figure che riempiono la stazione.
Non ti trovo.
Esco sull’altro lato della stazione.
Su un muretto delle gambe attendono in un modo che mi è familiare.
Siedi triste e non ti importa niente della pioggia: temevi non venissi.
Ti accorgi dei miei occhi.
Mi guardi, non ti muovi.
Ti guardo, continuo a camminare verso di te.
Seguo il filo che ci unisce fino a raggiungere il muretto. Mi siedo accanto a te.
Stiamo in silenzio.
Hai le dita aggrovigliate nei capelli bagnati.
Quelle dita che occupano ogni mio pensiero…
Non succede niente. Qui. Mentre lì la città continua a correre, la pioggia continua a scendere, i treni continuano a partire e i minuti a passare.
Faccio un profondo respiro, e il tuo profumo mi inonda le narici. (non lo ricordavo così dolce)
Ti abbraccio.
La pioggia mi aiuta a nascondere le lacrime.
Non so quanto tempo sia passato così.
Le uniche parole che ci scambiamo sono tue: “Parte il treno”.
Non vuoi che ti ci accompagni.
Ma lo faccio lo stesso.
Sali, e io resto a guardarti dal finestrino.
Ti guardo, non mi muovo.
Mi guardi, lacrime. Scendono dai tuoi occhi fino alle tue labbra, che mi chiamano.
Il capotreno fischia.
Ti lascio al finestrino e corro; mi infilo mentre le porte si stanno chiudendo. Il treno parte.
Ed eccomi dal tuo stesso lato del vetro.
Sul sedile accanto al tuo c’è una signora; mi ci siedo in braccio e questa volta ti parlo io: “ciao”. E ti bacio.
Ora le lacrime scendono dai tuoi occhi alle mie labbra.
Sono salate.
Ma dolce è il tuo profumo.

Non mi piace perdere treni.