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I vetri delle finestre ci ricordiamo di ringraziarli?

1 Dic

Sali in macchina che sei già in ritardo la sveglia l’hai rimandata quattro volte il caffè era fondamentale ogni scusa è buona per posticipare poi il cielo è grigio fa freddo si sta così bene in casa a poltrire ufficio pensieri parole inutili caffè alla macchinetta colleghi che si lamentano di tutto un pranzo senza sapore ancora problemi da risolvere tramonta il sole anche oggi e nemmeno il tempo di mettere la punteggiatura.
Un giallo nel quale preferisci non cercare il colpevole.

Ti senti come un’isola.
Sospiri guardando l’orizzonte.
Ma ricordati che attorno c’è il mare, e il mare è una presenza piena di vita.

Un vinile che gira placido, una puntina che lo accarezza; la loro danza si trasforma in atmosfera per tutti.
Su un tavolino di legno c’è un libro da annusare.
Un rullino ritrovato: sogni in bianco e nero, attimi di luce perpetua. Affreschi di quotidianità. Fotografie che arrivano per parlarti di ciò che eri e volevi essere.
I vetri delle finestre ci ricordiamo di ringraziarli?

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isola

1 Mag

Vivo su quest’isola deserta ormai da un po’ – non so quanto, non sono proprio bravo col tempo. Ma continuo a pensarti, anche se ti ho incontrata una sola volta, in un sogno. Di solito sogno stelle e animali, ma in quell’occasione ti sei presentata tu, per giocare con me. Avevi regole tutte tue, ma io le conoscevo già. Quindi forse dovrei dire che avevi regole tutte mie.
È stato divertente. Molto. Come quando si gioca da bambini, che il cuore trabocca.
Sono passati anni dalla tua visita nella mia mente – non so quanti, non sono proprio bravo col tempo – e ormai hai cambiato mille forme, sei un suono. Sei come un gatto che muove la coda pigramente al sole. Sai di spezie lontane, assaggiate solo nei libri. Pagine lette sul divano, mentre il vento muove una tenda; odore di carta e luce. Una piccola cornice attorno al primo disegno di un bimbo.
È arrivata una barca per portarmi via.
Mi volto indietro, un ultimo sguardo alla mia isola deserta. Qualcosa si muove tra le foglie lontane: sei tu.
Vorrei trascorrere con te tantissime lune – non so quante, non sono proprio bravo col tempo.

guardare i tramonti su quest’isola

1 Ago

Era da un po’ che non ci sentivamo, vero?
Eppure sembra ieri…
Ricordo l’ultima estate che abbiamo passato insieme. L’unica.
Poi spariti.
Le nostre vite ci hanno divisi.
Ed ora eccoti lì, a un tavolino che dà sul mare, sorseggiando un aperitivo con un cappellino di paglia.
Sei proprio come ti ricordavo.
Siamo tornati entrambi su quest’isola, proprio questa estate, dopo tanti anni… Il caso è davvero il miglior sceneggiatore…
Mi siedo qui, su questo muretto, e ti guardo. Ricordi? In quella vacanza guardavamo sempre il tramonto da questo punto…
Il tuo sguardo cerca all’orizzonte cose che non sa.
E mi sono sempre piaciute anche quelle tue labbra, che per ogni mio stato d’animo sapevano quali parole dedicarmi.
Ho scelto sempre la stessa crema doposole da quell’estate, sai? Mi fa rivivere quelle stelle… E ora sento quel profumo e ti ho davvero davanti agli occhi ancora una volta… Mi ritrovo a sorridere.

Ok, è il momento: mi guardo attorno, mi sistemo i capelli al meglio delle mie possibilità e faccio un passo verso di te, giusto il tempo per vedere che ti si avvicina un ragazzo e ti sfiora la spalla. Ti volti, lo guardi, sorridi. Ti alzi, e mentre le tue braccia avvolgono il suo collo, le tue labbra si concedono alle sue.
Poi ti inginocchi a pulire la bocca impiastricciata di gelato del bimbo che tiene per mano.

Dal porto annunciano che il mio traghetto sta per partire.
Il sole tramonta sulle case di questa nostra isola.