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Prendiamoci una pizza

1 Apr

Prendiamoci una pizza.
Mangiamola sul divano.
Non importa se sbricioliamo o sporchiamo.
Take it easy.
Pizza.
Film.
Noi due.
E le nostre piante.
Con le foglie che seguono il sole.
Spuntano i primi fiori.
Ci vuole tanto per sbocciare.
Ci vuole tanta semplicità.
Ci vuole volontà.
Piccolo. Spunta. Si colora. Si apre. Sboccia. Profuma.
Poi cadono.
Poi rinascono.
In un cerchio continuo.
Il cerchio della vita.
(Lo si può dire senza prendere in braccio un leoncino?)
C’è la pizza.
Leggerezza.
Senza pensieri.
(Si può dire senza un facocero e un suricato?)
Questo è un piccolo fiore per te.
E una pizza.
Una pizza margherita.

(Senti, a ‘sto punto ci guardiamo “Il re leone”?)

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fuori dalla tua finestra

1 Apr

All’inizio era anche una situazione curiosa: vivere di più la tua casa, i tuoi tempi, lavoravi anche meglio, gli aperitivi in videochiamata, le serie tv con del buon vino, mangiare come si deve, hai telefonato anche a degli amici lontani che l’ultima volta era anni fa:
“Per fortuna noi tutto bene”.
Ora senti le spalle appesantite dalla polvere.
Ti svegli, apri le finestre e non c’è più sorriso: un caffè e un altro caffè.
E speriamo.
E gli stimoli?
La lentezza…
Ti ho preparato una sorpresa: sto proiettando un film per te. Lo sto proiettando proprio davanti alla tua finestra:
c’è una coreografia di persiane nel palazzo di fronte, un gatto muove la coda a tempo su un davanzale, ora c’è un signore che va a fare la spesa sperando di non impiegarci tutto il giorno, un bambino fa le bolle di sapone sul balcone, ecco uno stormo di piccioni che si è messo a fare disegni nel cielo, adesso una signora stende il bucato soddisfatta del profumo, un’altra annaffia dei fiori che hanno timidamente desiderato sbocciare, è il momento di due tortore su una vecchia antenna, eletta luogo ideale per tubare insieme, innamorate…
Osservalo, gustalo, non è mai fermo, è un film profondo, commovente nella sua leggerezza e pieno di cambiamenti. Lasciati ispirare.
Spero ti piaccia il film.

Polaroid

1 Dic

Qui stai passeggiando sotto la pioggia, nel parco. Bianco e nero.
Qui stai ascoltando un vinile. Jazz.
Qui stai stendendo un lenzuolo bianco per proiettarci sopra un vecchio film.
Qui stai scrivendo con la macchina da scrivere. Trasportata dal suono dei tasti e dalle fantasie fuori dalle finestre.
Qui stai provando a disegnare.
Qui stai leggendo una cosa buffa e sorridi.
Qui stai leggendo.
Qui stai sorridendo.
Qui stai mangiando una cosa che ti piace.
Qui sei sorpresa. Con gli occhi luminosi.
Qui stai saltellando.
Qui stai passeggiando in un museo.
Qui stai pensando, socchiudendo gli occhi.
Qui stai guardando in su.
Qui stai riposando.
Qui sei tu.

Ho scattato tutte queste fotografie dei momenti in cui ti darei un bacio.

cosa voglio

1 Giu

Salvarti dall’infelicità.
Illuminare ogni tua giornata.
Scoprire l’universo con te.
Fare la spesa con te. Nel reparto ortofrutta.
Cantare le canzoni in macchina.
Anche senza sapere le parole.
Anzi,
soprattutto senza sapere le parole.
Comprare dei teli colorati per stenderci ovunque.
Stenderci ovunque.
Giocare a dei giochi.
Inventare dei giochi.
Inventare degli animali.
Farci delle foto insieme
per poi chiederci se pubblicarle in Facebook.
Andare in quella città là.
E anche in quell’altra.
Guardare i film.
Guardare te che guardi i film.
Guardare te che guardi i film e notare che stai guardando me che guardo te che guardi i film.
Nuotare nel mare tenendoci per mano.
Vivere abbracciati avvinghiati come le calze a righe sanno.

…tanto per cominciare.

E invece che fare tutte queste cose,
sono qua a scrivertene…
Quindi, se potessi darmi un colpo di telefono,
almeno ci sincronizziamo per farle davvero,
tutte queste cose.

swing little girl

1 Nov

I piedi si alzano verso le montagne, i piedi sfiorano la terra. I piedi si alzano verso le montagne, i piedi sfiorano la terra…

Andare in altalena ti diverte sempre; appena ne vedi una non puoi fare a meno di salirci, ovunque ti trovi.
E io non posso fare a meno di osservarti dondolare, qualunque cosa io stia facendo.
Eravamo in macchina, stavamo attraversando questa valle tra le montagne, quando hai visto un’altalena nel giardino di una casa; mi hai costretto ad accostare e sei corsa come una bambina.
Ora sembri contesa tra le foglie rosse, gialle e arancioni dell’autunno e il forte azzurro del cielo.
Nessuno può mai averti fino in fondo, perché tu stai cercando altro. Tra i sorrisi si vede che i tuoi occhi sono rivolti verso qualcos’altro…

“se stai cercando gli arcobaleni guarda in alto, verso il cielo, non guardare mai in basso…”

Mi avvicino ipnotizzato, e tu ne approfitti per lasciarti andare dall’altalena e saltarmi addosso. Cadiamo tra le foglie.
Sorridiamo.
I tuoi occhi stanno guardando proprio me.

Ripartiamo in macchina cantando vecchie canzoni di film, scrivendone uno tutto nostro.

pioggerella francese

14 Mar

Sai quel montaggio che si trova unicamente nei film francesi? Oggi ci muoviamo così.

Si parte inquadrando il cielo: è bianco; delle goccioline scheggiano verso la telecamera, che ruota verso il basso, schiavandole, e vediamo così che finiscono sulla tua faccia. Stai guardando in su, con la bocca aperta in un sorriso, mentre gli occhi cercano di stare aperti sotto i colpi dell’acqua sottile (i tuoi capelli hanno già ceduto all’assedio, e disegnano arabeschi labirinti sulle tue guance).
Stai lì da un po’, accanto a dei vecchi lampioni, su quei ciotoli francesi che rispondono ai tuoi passi con suoni per te nuovi. La pioggia ti ha colta di sorpresa, sei uscita senza ombrello, solo con la macchina fotografica. Ma non te ne penti: allarghi le braccia, e ascolti le gocce con la pelle.
Ti piace la pioggia in giornate spensierate, e ti piace la pioggia nei film francesi.
Senti le persone camminare più veloci, chiuse nei loro impermeabili seriosi, e le macchine saltare nelle pozzanghere, mentre tu stai lì, ferma a guardare il cielo, che guarda ciò che bagna.
Ti piace stare ferma mentre tutti corrono, ti piace stare ferma quando dovresti correre, ti piace fare l’opposto di ciò che dovrebbe essere fatto.
E infatti stai aspettando me, che sono la persona peggiore da avere accanto…
La colonna sonora che sta suonando nella tua testa viene interrotta da un aeroplanino di carta che ti sfiora il viso. Smetti di osservare le nuvole che si inseguono e segui il suo planare sul marciapiede, a pochi passi da te; resta lì, a farsi crivellare di colpi umidi, che lo schiacciano a terra e allargano l’inchiostro della scritta che porta al suo interno: “scusa il ritardo”.
Solo ora ti viene in mente di ripercorrere la traiettoria di quel volo fino alla sua origine: un altro tizio senza ombrello, seduto ai bordi di una fontana, che ti fa ciao con la mano.
Mi saltelli incontro sui ciotoli lucidi, sorridendomi.
Le mie labbra rispondono alle tue.
Avvicini il tuo naso al mio, sento il tuo profumo – mi è mancato –, mentre stai per baciarmi allunghi una mano dietro di me… prendi un po’ d’acqua dalla fontana e me la versi in testa.
«Non lo so se ti perdono per il ritardo…».
Esco dalla mia sorpresa e tu sei già sul marciapiede di fonte che mi fai una linguaccia.
E così riprendiamo a fare ciò che facciamo sempre: rincorrerci.

Mentre la pioggerella francese continua a fare da scenografia alle trame di altri racconti.