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Prendiamoci una pizza

1 Apr

Prendiamoci una pizza.
Mangiamola sul divano.
Non importa se sbricioliamo o sporchiamo.
Take it easy.
Pizza.
Film.
Noi due.
E le nostre piante.
Con le foglie che seguono il sole.
Spuntano i primi fiori.
Ci vuole tanto per sbocciare.
Ci vuole tanta semplicità.
Ci vuole volontà.
Piccolo. Spunta. Si colora. Si apre. Sboccia. Profuma.
Poi cadono.
Poi rinascono.
In un cerchio continuo.
Il cerchio della vita.
(Lo si può dire senza prendere in braccio un leoncino?)
C’è la pizza.
Leggerezza.
Senza pensieri.
(Si può dire senza un facocero e un suricato?)
Questo è un piccolo fiore per te.
E una pizza.
Una pizza margherita.

(Senti, a ‘sto punto ci guardiamo “Il re leone”?)

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Quando tu stai tanto con te

1 Giu

Blu.
Qualche puntino.
Un pianoforte che suona nella notte.
Nel buio ti traghetta attraverso il tempo.
Vorresti viaggiare nello spazio, invece sei su un treno che non ferma alle stazioni di quando potevi, quando avresti potuto, quando non sai come sarà.
Ti senti galleggiare nel blu, senza riferimenti. Solo un pianoforte di cui ogni tasto apre album di fotografie che avevi dimenticato. Come li hanno trovati? Li avevi nascosti così bene…
Eri proprio una persona diversa. Neanche ti riconosci, eppure vorresti avvisare quella figura di non fare certe scelte… Ma non ti sente, è troppo immersa nel blu del tempo.
Gioca male una partita che farà perdere te.
E unghie di luna nel blu. Ripariamo il tempo. Sarebbe così semplice…
Possibile che si nuoti sempre da soli?
Quando tu stai tanto con te. Quel pianoforte inizia a suonare.
Lo suonava così bene…
E ora ci sei solo tu, e suona così… Così.
L’assenza è una presenza che non ti abbandona mai.
Notti da pittori.
Dove mettere le parole?
Plin, plin, plin.
Plin, plin, plan.
Plin, plan, plin.
Plin.
Plin.
Blu.
Ti sveglio. Avevi un respiro agitato. Ti calmo con una carezza. Siamo qui, va tutto bene. Vieni, andiamo a suonare insieme queste nuove parole.

isola

1 Mag

Vivo su quest’isola deserta ormai da un po’ – non so quanto, non sono proprio bravo col tempo. Ma continuo a pensarti, anche se ti ho incontrata una sola volta, in un sogno. Di solito sogno stelle e animali, ma in quell’occasione ti sei presentata tu, per giocare con me. Avevi regole tutte tue, ma io le conoscevo già. Quindi forse dovrei dire che avevi regole tutte mie.
È stato divertente. Molto. Come quando si gioca da bambini, che il cuore trabocca.
Sono passati anni dalla tua visita nella mia mente – non so quanti, non sono proprio bravo col tempo – e ormai hai cambiato mille forme, sei un suono. Sei come un gatto che muove la coda pigramente al sole. Sai di spezie lontane, assaggiate solo nei libri. Pagine lette sul divano, mentre il vento muove una tenda; odore di carta e luce. Una piccola cornice attorno al primo disegno di un bimbo.
È arrivata una barca per portarmi via.
Mi volto indietro, un ultimo sguardo alla mia isola deserta. Qualcosa si muove tra le foglie lontane: sei tu.
Vorrei trascorrere con te tantissime lune – non so quante, non sono proprio bravo col tempo.

vorrei regalarti un silenzio da disegnare

1 Set

La bellezza di essere due. La bellezza di essere un due. Quel due unico.
Stare in silenzio e capirsi.
Mandarsi baci con gli occhi.
Quante parole spese, quanti silenzi non disegnati.
Vorrei farti un regalo.

Penso, freno, traccio, taccio, sudo, suono, piango.
E l’oceano continua a muoversi con tutta la sua pazienza.
Le barche delle saghe, le lacrime delle pagine, le morti degli innamorati.
La terra finalmente può stare immobile di notte. Le rocce erodono.
Nero con una spruzzata di stelle bianche.
Silenzio e un sassolino che viene soffiato in mezzo alla strada. Solo, si stupisce del chiarore del buio. Osserva la luna e sogna di diventare così, da grande.
Due fari. Uno pneumatico. Un’altra storia.

Le tartarughe dormono.
Le balene cambiano lo scintillio dell’acqua.
I pappagalli ripongono i colori.
Un gatto che profuma di spezie.
E i marinai sospirano tra il legno.

Solo le penne si trovano a pensare.
Le storie e la matematica: invenzioni per rubarti un sorriso. Quella è casa mia.

lo scoglio e il mare

1 Apr

Dovremmo trovare un piccolo borgo dove ritirarci ogni tanto. Dove siamo solo tu e io, e poche persone che sanno quanto la vita sia semplice, e quanto siano importanti i silenzi e i sorrisi.
Piccole case arroccate sugli scogli, per scampare al mare.
Pescatori, pittori e poeti. Frutta e verdura.
Scalette arrugginite.
Una piccola stanza, con una piccola finestra, che dà sul mare immenso. E il cielo.
Seguire il sole per dormire, tranne qualche eccezione, perché le stelle vanno vissute.
E respirare.
Il mare che si schianta sugli scogli.
Gli scogli che frenano il mare.
L’acqua si lancia impetuosa sullo scoglio, lo colpisce per smuoverlo dalla sua immobilità, per insegnargli la libertà.
Col tempo, la roccia cambia forma, perde i suoi spigoli.
Allo stesso tempo, contiene il mare e gli dà una figura, perché non avere limiti è insostenibile.
L’acqua accarezza lo scoglio.
È uno scambio.

il momento del risveglio

1 Gen

Oggi vorrei parlarti di quella parte del Capodanno non festaiola, coi botti e i balli, ma quella successiva, del risveglio il mattino dopo. Quel momento in cui la mente ancora lotta tra i sogni e il momento di tornare in questa realtà.
È un attimo in cui il tempo si dilata e si restringe senza controllo.
Rivivi ancora le emozioni dell’ultima sera dell’anno, mescolate col silenzio del nuovo giorno, il tutto impastato dalle fantasie che sintetizza il cervello.
Un vortice di vecchio e nuovo, di vissuto e da scoprire.
Una macchina passa pigra giù in strada, luci e ombre filtrano scorrendo sul soffitto.
Colori – Bianco e nero.
Cerchi di scacciare i pensieri brutti, ti sforzi di danzare sul lento ritmo del tuo respiro.
Ti allunghi nel letto e incontri un altro respiro. È quello della persona che ti protegge e ti solleva, la persona che hai scelto di avere al tuo fianco (poi dipende pure da quanto hai bevuto la sera prima…).
Le mani si incontrano, le gambe si intrecciano.
La danza dei respiri si fa più sorridente.
Ora puoi e vuoi aprire gli occhi, e guardi quel viso morbido. Occhi che sognano la tua serenità.
Le emozioni sono ancora decise altrove.
Però sai che sarà un buon anno.

una capanna di coperte

1 Nov

Arancione.
Di foglie, di zucche, di cappottini autunnali.
Anche il tramonto.
Ragazzini si ritrovano per fare i grandi.
Ragazzi si ritrovano per fare i ragazzini.
C’è da inventarsi qualcosa per la serata. Una festa, un costume, una cena, un cinema, un uscire.
Prendi quella coperta lì, quella che fa lo strano effetto sulle dita, io intanto scelgo un profumo e una musica; mettiamoci sul divano.
Il vapore di una cosa calda.
Raccontami del volo degli uccelli.
Raccontiamoci di quando stanno nel nido.
Dei pullman di scuola tra le foglie cadute.
Lasciamo gli altri correre tra le luci al neon.
Noi spegniamo.
Facciamoci una capanna di coperte e raccontiamoci storie.

zenzero

1 Ott

Sai che non è poi così male essere ammalati?
Voce nuova e occhi lucidi di dolcezza.
Mi sveglio e sei accanto a me.
Si sta ancora più vicini sotto la coperta. Profuma di noi (o almeno credo, perché ho il raffreddore…).
Ti prendi cura di me e mi fai le tisane con lo zenzero.
Sorrisi piccantini.
Serie tv e film che ci aspettavano da un po’.
La casa si riempie di musica, e ci raccontiamo storie.
Siamo bambini.

Ok, mi hai convinto: ora esco coi capelli bagnati sul balcone.

dietro le palpebre

1 Feb

Una piccola strada
oltre la quale c’è il buio.
Soli.
Nel vuoto.
Allunga la mano,
mi senti?
Sono sempre accanto a te.
Ti avvolgo con la mia voce:
ti racconto storie
e ti mostro come unire i tuoi puntini
in figure fantastiche.
Galoppare sui colori,
volare su terre di musica,
respirare le stelle…
Reinvento la fisica, per te.
Vieni qui,
questa notte,
tutte le notti,
addormentiamoci insieme:
non è facile
chiudere gli occhi.

(oh, comunque domani ricordati di riaprirli, che ricominciamo!)

countdown

1 Gen

dieci
nove
otto
sette
sei
cinque
quattro
il tempo scivola via
due
dovremmo passarlo
abbracciati