Era tanto tempo che non camminavo piano. Concedersi una certa lentezza permette di cogliere il vuoto.
Soprattutto ora che non si può, vieni, gironzoliamo per la città di notte.
Blu, luna, lampioni, silenzio.
I nostri passi sulle pietre lucide rimbalzano sulle insegne di una volta.
Dietro un angolo si allarga una piazza. Quanto spazio quieto. Ha ospitato tanti eventi, tanti incontri, sorrisi e lacrime e proposte di matrimonio. Ora è tutto per la musica che ci vuoi mettere tu.
Qual è la strada migliore? Scegli liberamente quale percorrere.
Incontriamo un gabbiano che passeggia. Guarda le vetrine. Ci sarà qualcosa di suo gusto? Si vede che è un tipo di classe: ben pettinato e con un portamento nobile. Dove avrà lasciato cilindro e monocolo? Un gagà-bbiano. Sembra uscito a fare due passi per schiarirsi le idee. Cerca ispirazione per il suo prossimo romanzo.
Allarga le ali e va a mettere del bianco nel nero tra i tetti della metropoli.
Chi insegna a volare?
Una palma che cresce in cima a un monte.
Zebre sul bianco della neve.
Navi che scalano montagne.
Chi dice che non è possibile?
Mi sdraio un poco qui e ti faccio dei disegni.
Un gabbiano a passeggio per la città
1 AprI colori delle piume non sono mai sbagliati
1 OttÈ tutto azzurro. Ok, un po’ di bianco qua e là: sono le nuvole attorno a te… Stai volando.
Cambi direzione quando vuoi, piroetti, scendi, sali, ti tuffi e riemergi: dai forma alle tue intuizioni, modellando il vento come fosse una melodia.
Vedi città sopra le nuvole, piene di abitanti pieni di storie.
Compongono senza saperlo fare, inventano nuovi strumenti musicali, nuovi ritmi, non seguono le regole e ne inventano di loro, sempre nuove: basta che funzioni. I colori delle piume non sono mai sbagliati.
Una forma, un suono, delle parole… Scolpisci la materia fluida, e lascia che questo vento plasmi anche il tuo sorriso.
Il cacciavirgole, il pianoforme, la poesitar, il colibricino, la batterisata, la macchina da scrivedere, l’abbraccendino…
Dammi la mano, insegniamoci a volare.
Quando tu stai tanto con te
1 GiuBlu.
Qualche puntino.
Un pianoforte che suona nella notte.
Nel buio ti traghetta attraverso il tempo.
Vorresti viaggiare nello spazio, invece sei su un treno che non ferma alle stazioni di quando potevi, quando avresti potuto, quando non sai come sarà.
Ti senti galleggiare nel blu, senza riferimenti. Solo un pianoforte di cui ogni tasto apre album di fotografie che avevi dimenticato. Come li hanno trovati? Li avevi nascosti così bene…
Eri proprio una persona diversa. Neanche ti riconosci, eppure vorresti avvisare quella figura di non fare certe scelte… Ma non ti sente, è troppo immersa nel blu del tempo.
Gioca male una partita che farà perdere te.
E unghie di luna nel blu. Ripariamo il tempo. Sarebbe così semplice…
Possibile che si nuoti sempre da soli?
Quando tu stai tanto con te. Quel pianoforte inizia a suonare.
Lo suonava così bene…
E ora ci sei solo tu, e suona così… Così.
L’assenza è una presenza che non ti abbandona mai.
Notti da pittori.
Dove mettere le parole?
Plin, plin, plin.
Plin, plin, plan.
Plin, plan, plin.
Plin.
Plin.
Blu.
Ti sveglio. Avevi un respiro agitato. Ti calmo con una carezza. Siamo qui, va tutto bene. Vieni, andiamo a suonare insieme queste nuove parole.
una barchetta sotto il cielo stellato
1 NovIl mare sembra nero, ma è blu.
E le nuvole sono disegni.
Non ti preoccupare.
Non avercela con loro.
Non avercela con nessuno.
Goditi questo momento di silenzio in cui sei con te. Tu e te.
Lenzuola fin sopra la testa.
Sotto, tutti i tuoi sogni.
Arcobaleni, storie, musiche e personaggi inventati.
Porta con te, su questa barchetta sotto il cielo stellato, tutte le cose che ti fanno bene, tutte le persone che ti vogliono bene. Tienile strette.
Non lasciare che la corrente le porti via.
Il mare sembra nero, ma è blu.
Cosa ti rimane di tutte le preoccupazioni? Nulla.
Cosa ti rimane di tutti i ricordi? Il Bello.