I pomeriggi si bagnano di musica classica che pigra rotola per le stanze. Le attese sono arancioni e si spalmano su ogni superficie.
Parole. Tegole. Lancette.
Prendere un pennino per una fantasia graffiante.
Notti future, mattine presenti.
Paziente pazientare di pazienti.
Paz.
Par.
Bar. Vuoti, pochi tavoli che si lamentano dei problemi delle vite tranquille.
Corse a casa, cose in casa, cose per caso.
A, in, per.
In per a, uguale perina. Una perina al giorno toglie comunque il medico di torno?
Danziamo e coloriamo come foglie.
Voglie di foglie. E di m’ami fra i rami.
Facciamo una festa? Ah no, non si può essere in troppi dentro casa.
Ma non siamo troppi, siamo tutti quelli che servono: tu e io.
una capanna di coperte
1 NovArancione.
Di foglie, di zucche, di cappottini autunnali.
Anche il tramonto.
Ragazzini si ritrovano per fare i grandi.
Ragazzi si ritrovano per fare i ragazzini.
C’è da inventarsi qualcosa per la serata. Una festa, un costume, una cena, un cinema, un uscire.
Prendi quella coperta lì, quella che fa lo strano effetto sulle dita, io intanto scelgo un profumo e una musica; mettiamoci sul divano.
Il vapore di una cosa calda.
Raccontami del volo degli uccelli.
Raccontiamoci di quando stanno nel nido.
Dei pullman di scuola tra le foglie cadute.
Lasciamo gli altri correre tra le luci al neon.
Noi spegniamo.
Facciamoci una capanna di coperte e raccontiamoci storie.
zenzero
1 OttSai che non è poi così male essere ammalati?
Voce nuova e occhi lucidi di dolcezza.
Mi sveglio e sei accanto a me.
Si sta ancora più vicini sotto la coperta. Profuma di noi (o almeno credo, perché ho il raffreddore…).
Ti prendi cura di me e mi fai le tisane con lo zenzero.
Sorrisi piccantini.
Serie tv e film che ci aspettavano da un po’.
La casa si riempie di musica, e ci raccontiamo storie.
Siamo bambini.
Ok, mi hai convinto: ora esco coi capelli bagnati sul balcone.
quando la penna tocca il foglio
1 NovQuando la penna sta per toccare il foglio… è già per te.
Potrei scriverti delle foglie che cambiano colore agli alberi,
dei profumi dell’autunno…
Potrei inventare una storia in cui ci conosciamo travestiti per Halloween, perdo la testa per te, ma non so come ritrovarti, perché non ti sei mai tolta la maschera… E un giorno, nel futuro, dopo che siamo sposati da anni, mi sveli che sotto quella maschera c’eri tu.
Potrei.
Ma ora che impugno la penna e l’avvicino al foglio, in quello spazio c’è già tutto l’universo che posso inventare per te.
Quindi non voglio rimpicciolirlo cominciando a scrivere.
Te lo lascio respirare.
sapore di ferro battuto e rami
1 OttLe giornate libere sono belle perché finalmente puoi leggere. Finalmente un po’ di tempo da dedicare a te.
Ci sono libri che ti guardano ogni notte dal comodino, attendendo con pazienza che tu non corra e che abbia voglia di sederti con loro su un prato.
Vorresti anche avere il tempo per imparare a suonare la chitarra, per scrivere… Ma gli orari dell’ufficio, gli autobus, gli aperitivi… “Dai, ok, oggi prendo questo libro e leggo un po’”.
Cambio in borsa: fuori cellulare, dentro libro.
Passeggi e ti accorgi che tutto è più lento e musicale; non è male questo ultimo sole caldo…
Le foglie sono un po’ gialle di luce e un po’ di autunno.
Entri nel parco seguendo una strada fatta di sassolini bianchi.
Un piccolo vento spinge la tua gonna lunga accompagnandoti fino a delle seggiole sotto agli alberi. Sapore di ferro battuto e rami. Apri il libro e le pagine sono decorate dalla luce che passa fra le foglie.
Il suo colore ti accompagna nelle vicende d’inchiostro in cui ti immergi.
Un soffio di vento ti sposta i capelli sopra agli occhi. Una farfalla festeggia la tua presenza.
Stai per decollare, ma qualcosa ti trattiene in quel parco, su quella sedia…
I cinguettii? Un po’ troppo fresco? No, è qualcos’altro che non riesci a identificare…
Ci riprovi: i tuoi occhi accarezzano le parole di carta… Nulla: c’è qualcosa alla tua sinistra. Lo senti nella tua testa. Solo alberi e cespugli…
Torniamo alla pagina… Eccolo, un fruscio!
Ti alzi: cos’è?
Con qualche timore fai un passo in quella direzione. In risposta qualcosa si allontana.
Ti avvicini lentamente verso quel punto che attirava la tua attenzione: un cavalletto. Con un blocco di fogli.
Lo aggiri.
C’è un disegno.
Una ragazza che legge sotto un albero.
L’ho fatto per te.
swing little girl
1 NovI piedi si alzano verso le montagne, i piedi sfiorano la terra. I piedi si alzano verso le montagne, i piedi sfiorano la terra…
Andare in altalena ti diverte sempre; appena ne vedi una non puoi fare a meno di salirci, ovunque ti trovi.
E io non posso fare a meno di osservarti dondolare, qualunque cosa io stia facendo.
Eravamo in macchina, stavamo attraversando questa valle tra le montagne, quando hai visto un’altalena nel giardino di una casa; mi hai costretto ad accostare e sei corsa come una bambina.
Ora sembri contesa tra le foglie rosse, gialle e arancioni dell’autunno e il forte azzurro del cielo.
Nessuno può mai averti fino in fondo, perché tu stai cercando altro. Tra i sorrisi si vede che i tuoi occhi sono rivolti verso qualcos’altro…
“se stai cercando gli arcobaleni guarda in alto, verso il cielo, non guardare mai in basso…”
Mi avvicino ipnotizzato, e tu ne approfitti per lasciarti andare dall’altalena e saltarmi addosso. Cadiamo tra le foglie.
Sorridiamo.
I tuoi occhi stanno guardando proprio me.
Ripartiamo in macchina cantando vecchie canzoni di film, scrivendone uno tutto nostro.